Faceapp: attenzione ad usarla!

Non c’è molto da dire, se non che ognuno di noi, prima di usare un’app gratuita, dovrebbe controllare sempre i termini della privacy e l’informativa sull’uso dei dati, ma soprattutto le “terms and conditions” (i termini e le condizioni che accompagnano l’uso dell’app), in particolar modo quando l’app in questione produce dei risultati che si basano su un’evidente sforzo di programmazione e quindi su costi di profuzione non indifferenti.
Nel caso di faceapp, applicazione che centinaia di migliaia di persone hanno usato (e stanno usando tuttora, nonostante i tanti avvisi comparsi in rete, anche da fonti ben più autorevoli della mia), è davvero evidente che bisogna stare parecchio attenti. Ma l’abitudine inveterata delle persone a usare qualunque cosa si regali loro, ormai è inarrestabile.
A parte la dichiarazione di Privacy parecchio vaga, quello che conta, come detto sopra, sono i termini e le condizioni d’uso che, guarda caso, non sono chiaramente evidenti dall’app ma che possono essere facilmente trovate con qualunque motore di ricerca a questo indirizzo:
In esse si legge chiaramente che usando Faceapp succede quanto segue (l’originale è in fondo al post):
“L’utente accorda a Faceapp licenza perpetua, irrevocabile, gratuita, mondiale, trasferibile di usare, riprodurre, modificare, adattare, pubblicare, tradurre, usare per creare lavori derivati, fistribuire, esporre pubblicamente e mostrare qualunque contenuto e qualunque nome, credenziale o simili forniti in connessione con il contenuto in tutte le modalità e canali conosciuti al momento dell’uso o sviluppati in futuro, senza diritto ad alcuna ricompensa. L’utente riconosce che nell’istante in cui pubblica o condivide i propri contenuti tramite il servizio di Faceapp, tutti i contenuti ed i dati ad essi collegati saranno visibili al pubblico.
L’utente accorda a Faceapp il consenso di usare i suoi contenuti, senza riguardo al fatto che essi potrebbero essere sufficienti per identificarlo individualmente, per scopi commerciali. Inoltre l’utente riconosce che tale uso non produrrà alcun tipo di danno a lui o a chi è autorizzato ad agire in sua vece. L’utente riconosce che alcuni servizi commerciali sono supportati finanziariamente dagli incassi pubblicitari e si dichiara d’accordo che Faceapp potrebbe usare tali servizi in congiunzione con i dati dell’utente, con modalità che potrebbero cambiare in qualunque momento senza obbligo di informare l’utente. L’utente riconosce inoltre che Faceapp potrebbe non identificare alcuni servizi o contenuti sponsorizzati come tali.”
In altre parole, state dando a Faceapp l’autorizzazione a fare quello che vogliono con la vostra faccia, sia quella che avete adesso che quella che l’app ha elaborato come “invecchiata”, adesso, in futuro e in qualunque modo vogliano e non solo: anche di elaborare la foto con qualunque mezzo disponibile ora e in futuro; e non solo la vostra faccia, anche gli aventuali dati personali che potrebbero essere trasmessi insieme alla foto usata, che voi siate d’accordo o no. E basta leggere i permessi richiesti dall’app per capire che tali dati includono qualunque informazione trasmessa via rete, wifi o mobile.
Nell’istante in cui usate faceapp, state in altre parole andando a popolare un database che potrà essere usato in qualunque modo, in qualunque momento per fare qualunque cosa, con la vostra faccia come è ora e come probabilmente sarà tra un tot di anni. E considerate che la foto elaborata che danno a voi non è nulla rispetto a quello che software molto più sofisticati possono dedurre o produrre: analisi della pelle, invecchiamento (plausibile, non i risultati del tutto approssimativi dell’app) ad una qualunque età, persino dati sulla salute, desumibili dallo stato degli occhi o altri particolari del volto.
Se davvero pensate che la cosa non vi tocchi MOLTO da vicino beh… affari vostri ma non posso che consigliare seriamente di fare molta attenzione nell’usare questa app che si assicura il diritto di usare le vostre foto in modi che potrebbero cambiare in qualunque momento Faceapp decida di cambiare a sua volta i termini e le condizioni d’uso (senza nemmeno comunicarvelo, visto che non sono obbligati a farlo).
Cercate di ricordare che gratis al mondo non vi danno nemmeno gli schiaffi: figurarsi un’app per il cui sviluppo sono state spese centinaia di migliaia di dollari e per la manutenzione ancora di più.
Ecco il testo originale delle “Terms and Conditions” di Faceapp, come erano sul loro sito in data 22 Luglio, momento in cui è stato scritto questo post:
“You grant FaceApp a perpetual, irrevocable, nonexclusive, royalty-free, worldwide, fully-paid, transferable sub-licensable license to use, reproduce, modify, adapt, publish, translate, create derivative works from, distribute, publicly perform and display your User Content and any name, username or likeness provided in connection with your User Content in all media formats and channels now known or later developed, without compensation to you. When you post or otherwise share User Content on or through our Services, you understand that your User Content and any associated information (such as your [username], location or profile photo) will be visible to the public.
You grant FaceApp consent to use the User Content, regardless of whether it includes an individual’s name, likeness, voice or persona, sufficient to indicate the individual’s identity. By using the Services, you agree that the User Content may be used for commercial purposes. You further acknowledge that FaceApp’s use of the User Content for commercial purposes will not result in any injury to you or to any person you authorized to act on its behalf. You acknowledge that some of the Services are supported by advertising revenue and may display advertisements and promotions, and you hereby agree that FaceApp may place such advertising and promotions on the Services or on, about, or in conjunction with your User Content. The manner, mode and extent of such advertising and promotions are subject to change without specific notice to you. You acknowledge that we may not always identify paid services, sponsored content, or commercial communications as such.”