COMUNICAZIONE EFFICACE — PRIMA PARTE

Cos’ è la comunicazione?
La comunicazione non è un concetto, né qualcosa di statico e davvero definibile, ma un processo.
In quanto tale è qualcosa che avviene costantemente e, più che definirla, occorre diventarne coscienti e, successivamente, padroneggiarla.
Ecco perché se è possibile studiarne le caratteristiche osservate da tanti ricercatori e studiosi che ne hanno specificato alcune caratteristiche (approfondire quindi la scienza della comunicazione), è fondamentale, per vivere i benefici di una comunicazione efficace, farne pratica, sperimentarne cioè la sostanza fino a trasformarla in arte.
Se la scienza della comunicazione ha generato grandi quantità di studi e testi relativi (che ovviamente vale la pena approfondire), i due punti essenziali sui quali tutti sembrano essere d’accordo e che da soli potrebbero fornire lo spunto sufficiente per una vita di ricerca e sperimentazione sono:
1)NON SI PUO’ NON COMUNICARE
2)GRAN PARTE DELLA COMUNICAZIONE AVVIENE ATTRAVERSO TUTTO CIO’ CHE NON E’ ESPRESSO DA CIO’ CHE VIENE DETTO
NON SI PUO’ NON COMUNICARE.
Questo assunto è facilmente osservabile: basta avere l’occasione di trovarsi in una situazione dove qualcuno non abbia voglia di comunicare o desideri isolarsi e vedere come tutto ciò lo esprima chiaramente!
Oppure osservare qualcuno che sta per conto proprio, isolato e in silenzio (ad esempio aspettando l’autobus) e cercare di cogliere come il suo corpo, la sua postura, l’espressione facciale esprimano qualcosa, un’emozione, uno stato d’animo.
Se quindi non possiamo evitare di comunicare qualcosa perchè possiamo contemporaneamente (e paradossalmente) affermare che non sappiamo comunicare?
Perché generalmente non siamo coscienti di quel livello della comunicazione che più conta e quindi pur comunicando costantemente, ci sfuggono i messaggi dati e ricevuti e spesso il risultato dello scambio ci coglie di sorpresa o ci lascia nell’incertezza.
Ma non solo. A peggiorare la situazione è il fatto che, fin da piccoli, siamo letteralalmente addestrati a difenderci dalla comunicazione.
Se questa infatti è scambio di informazioni e quindi “perturbazione” del nostro spazio esistenziale, tutto ciò che rientra nella categoria pre-giudizio (giudizi negativi o positivi sull’altro, paura che le idee dell’altro mettano in discussioni le nostre, paura di essere feriti o giudicati a nostra volta e chi più ne ha più ne metta) si pone come diga che si oppone allo scorrere del flusso informato.
La teoria dei sistemi ci insegna che nel mondo del vivente (ad esempio una cellula del nostro corpo) se è vero che un sistema troppo aperto rischia di “esplodere” e disperdersi lo è altrettanto che un sistema troppo chiuso all’esterno finisce per stagnare e “implodere” e morire.
Ciò che tiene in vita i sistemi viventi è un equilibrio (omeostasi) che è appunto dinamico, in continuo movimento.
Ecco perché rendersi conto che la comunicazione avviene sempre è il primo passo per imparare a cercare di mantenere consapevolmente questo equilibrio, evitando così la chiusura o la dispersione e creando buoni rapporti affettivi e professionali.
…CONTINUA…